Colorful
Anno: 2010
Regia: Keiichi Hara
Sceneggiatura: Miho Mauro
Doppiatori: Kazato Tomizawa, Akina Minami, Akiyoshi Nakao,
Aoi Miyazaki, Jingi Irie, Katsumi Takahashi,
Kumiko Asou, Michael Masashi Murakami.
Gli autori di Soul si sono ispirati a Colorful?
Colorful ha una trama originale ed accattivante:
“Un’anima si risveglia nel corpo di Makoto, che si è appena suicidato, e deve trovare un modo per adattarsi alla sua nuova esistenza. L’anima deve scoprire il segreto che si cela dietro un grande peccato e il motivo per cui Makoto si è suicidato.”
Uscito circa 12 anni fa, vinse diverse premi, tra cui quello del pubblico al celebre Festival di animazione di Annecy 2011, colpisce anche perché inizia dall’aldilà, dove il testardo “angelo” Purapura, cerca di convincere un’anima senza nome a cogliere una nuova chance di vivere, anche se tale anima pare intenzionata svanire.
E già qui è difficile non notare delle somiglianze a chi conosce e ha amato Soul di Pete Docter e Kemp Powers, uno degli ultimi film della Pixar, uscito nel 2020, che si trova sulla piattaforma Disney Plus.
Anche nel lungometraggio della Pixar, infatti, vi era un’anima, denominata semplicemente 22, che non voleva assolutamente saperne nulla della vita e aveva fatto impazzire tutti i suoi precedenti mentori.
Le due opere proseguono su binari diversi, per fortuna, benché vi siano altri punti di contatto.
Confesso, tuttavia, che a me ha fatto venire in mente pure Questione di Tempo, anch’esso disponibile sulla piattaforma di Amazon ma per un motivo differente.
Entrambi, infatti, parlano di persone normali, con alcune peculiarità e fragilità, che li fanno sentire diversi e soltanto poco alla volta inizieranno ad apprezzare la loro quotidianità e normalità.
Credo sia importante in un periodo come questo, lanciare messaggi del genere, dopo averci bombardato, per anni, sul fatto che bisogna diventare ricchi e famosi per diventare felici.
Può sembrare banale ma non lo è: si può essere felici senza essere miliardari, semplicemente cercando essere se stessi e seguire la propria vocazione.
La propria vera vocazione, beninteso.
Senza però isolarsi dagli altri e alienarsi il mondo.
Così come è importante far vedere la solidarietà tra coloro che subiscono bullismo, come poi viene mostrato in Colorful.
Cosa significa Colorful lo sapete?
“Pieno di colori!”
Ebbene sì.
Ad un certo punto, viene detto a chiare lettere, che non siamo bianchi o neri.
Siamo una moltitudine di colori.
Pieni di colori appunto.
Se mi permettete mi autocito:
“Siamo universi dentro altri universi” (Ho Sognato Babilonia).
Ci viene spesso raccontando che siamo bianchi o neri, veniamo spesso incasellati in qualcosa, quando la realtà è più complessa, le persone sono più complesse.
L’anima che si reincarna in Makoto ha commesso un errore molto grave, un crimine ma può rimediare e sembra non volerlo fare perché la famiglia dell’adolescente non rispetta determinati standard, così come lo stesso Makoto.
Soltanto stando nell’aula delle belle arti, di fronte allo splendido dipinto del ragazzo, l’anima misteriosa si sente serena e non solo perché può vedere Akiro, la giovane che affascinava Makoto e che intriga anche lui.
Akiro non è l’angelo che lui pensa che sia, non è perfetta.
La madre di Makoto tradiva il padre e l’anima misteriosa si sente in dovere di trattare la donna con sufficienza e disprezzo perché sa che quello è uno dei motivi che hanno spinto Makoto a tentare di uccidersi.
La realtà è differente e complessa, abbiamo detto.
Sarà l’amicizia inaspettata con Saotome, un compagno di classe, che in principio l’anima dileggia e disprezza, a fargli capire che non si deve giudicare dalle apparenze e da ciò che gli altri dicono di noi.
La vita è un viaggio complesso però tutto sommato vale la pena viverlo.
Perché siamo tutti a colori.
Curiosità interessante: in Colorful si parla di una linea metropolitana soppressa, che ha fatto la storia del Giappone e di cui restano ancora alcuni segni, tra cui alcuni binari, svariati piccoli monumenti ecc
Potete vedere Colorful su PrimeVideo